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Con la sentenza della Cass. Civ. n. 4802/17 gli Ermellini hanno dichiarato che il giudice tributario può decidere sull’ipoteca tout court indipendentemente dal fatto che in essa siano compresi crediti di diversa natura, anche non tributari. Infatti, testualmente ha statuito che il giudice «ha, invece, deciso in ordine all’iscrizione ipotecaria nella sua interezza, facendo corretta applicazione della norma di cui all’art. 19, comma 1, lett. e bis, d. Igs 546/92, poiché, a seguito dell’entrata in vigore dell’art. 35, comma 26 quinquies, del d.l. 4 luglio 2006, n. 223, introdotto dalla legge di conversione 4 agosto 2006, n. 248, l’iscrizione dell’ipoteca è stata inclusa tra gli atti impugnabili dinanzi alle Commissioni Tributarie, indipendentemente dalla natura del credito del quale costituisce garanzia.»
Ed ancora, in essa si rileva che «Le controversie aventi ad oggetto l’impugnazione del provvedimento d’iscrizione di ipoteca sugli immobili sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario solo se promosse in epoca anteriore all’entrata in vigore dell’art. 35, comma 26 quinquies, del d.l. 4 luglio 2006, n. 223, dato che non si può attribuire carattere interpretativo all’art. 35, comma 26 quinquies cit., che ha ampliato la categoria degli atti impugnabili dinanzi alle commissioni tributarie (Cass. SS.UU. n. 7034 del 24/03/2009; Cass. n. 13190 del 11/06/2014 ).»
Tale sentenza documenta il fatto che l’iscrizione di ipoteca ex art.77 del DPR 602/73 è, a prescindere dalla natura delle cartelle di pagamento in essa contenute, sottoposta al vaglio del giudice tributario.
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